Avviare un’attività di ecommerce significa avere la possibilità di vendere, tramite una piattaforma online, un prodotto/servizio potenzialmente in tutto il mondo.
Tuttavia sono numerose le riflessioni che è necessario fare prima di iniziare un’attività di vendita online, anche se ormai la pratica si sta diffondendo sempre di più.
Come accade anche in molti altri settori, prima di ottenere risultati lusinghieri è necessario pianificare l’attività ed essere pronti ad affrontare tutte le problematiche.
In questa guida proporremo i dieci punti fondamentali per porre le basi di una redditizia attività di ecommerce.
1 Individuare un prodotto/servizio che abbia mercato online
Il primo passo da compiere è uno studio per verificare la viabilità del prodotto sul mercato online. È necessario fare un benchmark, ossia capire quanta concorrenza c’è in quel settore, e sondare la popolarità del prodotto o del servizio nei trend di ricerca.
Una conditio sine qua non per avere successo è la competenza, se si propone un servizio, e la qualità dell’articolo qualora si voglia commercializzare un prodotto. Eppure questa è solo una buona base di partenza, non rappresenta obbligatoriamente una garanzia di grandi introiti.
Ci sono molti altri fattori determinanti che analizzeremo in seguito.
2 Promuovere un servizio/prodotto geolocalizzato
Il secondo punto è una diretta conseguenza del primo. La domanda che un aspirante operatore di ecommerce deve porsi è: l’attività può ottenere più benefici economici se il sito è geolocalizzato?
Se il core business dell’attività è la consulenza finanziaria sarà sufficiente digitare su Google “consulente finanziario”, per rendersi conto che la ricerca ha prodotto quasi due milioni di risultati. Questo significa che la concorrenza è spietata e le probabilità di aggredire quel mercato non sono molte. Aggiungendo una geolocalizzazione la ricerca rivela che la concorrenza si abbatte drasticamente, rientrando nell’ordine delle migliaia.
Questo criterio, per esempio, si adatta bene alla vendita di prodotti. Vendere miele solo nel Lazio riduce sicuramente la fetta di mercato che si potrebbe aggredire, ma al contempo permette al sito di scalare posizioni nella SERP, perché i competitor a livello locale saranno di meno.
3 La burocrazia
Per aprire un’attività di ecommerce bisogna seguire un iter burocratico e creare una società. Trattandosi di un’attività commerciale c’è bisogno di ottenere la Partita IVA. Farsi seguire da un commercialista esperto del settore è una buona prassi, al fine di espletare al meglio tutte le pratiche burocratiche.
Il consulente suggerirà di spedire all’Inps e all’Agenzia delle Entrate una comunicazione informativa dell’attività che sta per nascere; poi ci si dovrà iscrivere alla Camera di Commercio e allo Sportello Unico delle Attività Produttive del comune di residenza.
Per la vendita online di prodotti e servizi è obbligatorio seguire passo passo non solo la normativa italiana, che disciplina la materia, ma anche quella europea.
Anche in questo caso la consulenza di un commercialista è fondamentale per non incorrere in errori. Una volta ottenuto il numero di Partita Iva la società è creata: sarà dunque possibile d’ora in poi emettere fattura.
4 Con o senza magazzino? La rivoluzione del dropshipping
Da quando esiste il dropshipping le attività di ecommerce hanno subito un repentino cambiamento.
I venditori che hanno un’attività online propongono ai potenziali clienti l’acquisto di prodotti che non sono stoccati in un magazzino di proprietà del venditore stesso. Gli articoli infatti sono disponibili per gli utenti grazie ad accordi commerciali tra produttori/grossisti ed esercenti.
Il venditore in pratica si pone come un tramite tra il fornitore e il cliente. Non sarà lui a preoccuparsi di consegnare la merce. La filiera così è molto più agile e consente al venditore di demandare ad altri l’onere dello stoccaggio e della distribuzione, automatizzando completamente il procedimento.
Si tagliano in questo modo le spese d’affitto di un magazzino e non si è più obbligati a procedere ad un ordine minimo di forniture.
5 Scegliere la piattaforma per l’ecommerce
Ora è il momento di scegliere una piattaforma per avviare l’attività di vendita online.
La soluzione migliore è sempre quella di affidarsi ad un’agenzia, a meno che il venditore non abbia ottime competenze e tutto il know-how necessario a creare una piattaforma funzionale, intuitiva e di facile fruibilità da parte degli utenti.
I nomi delle piattaforme più consigliate sono:
– Magento;
– Shopify;
– WooCommerce;
Le piattaforme possono anche essere open source; sono quelle che hanno una licenza GNU, acronimo di General Public License. Il codice sorgente in questo caso è libero. Tra le più importanti piattaforme open source ci sono proprio Magento e Prestashop.
Chi invece avesse a disposizione un budget leggermente più importante potrebbe affittare la piattaforma. Un noleggio mensile consente anche la disponibilità di un pacchetto di servizi.
E poi c’è l’opzione della piattaforma proprietaria. In questo caso il budget sale perché il sito viene costruito ex novo da parte di un programmatore che lo progetta e disegna in base alle esigenze del cliente.
Ma non c’è solo questa opportunità. Si può infatti anche decidere di non vendere su piattaforma propria, bensì di appoggiarsi ad altri marketplace. È la soluzione adottata da molti negozianti che non riescono a competere con il mercato online.
I marketplace più importanti a cui fare riferimento sono:
– Amazon;
– Ebay;
– Spartoo;
– ePrice;
Si tratta di una strategia adottata quando si vuole acquisire visibilità velocemente, oppure quando è necessario mettere alla prova il prodotto su un determinato mercato, o anche per avviare rapidamente la vendita, senza dover sostenere subito grossi investimenti.
6 Fidelizzare il cliente
A questo punto è il momento di fidelizzare il cliente. Che cosa vuol dire?
– Significa portarlo naturalmente ad acquistare il prodotto. La piattaforma e la logica con cui è costruita sono fondamentali. Un utente che si trova a suo agio sul sito di ecommerce navigherà volentieri, cercando il prodotto che desidera acquistare;
– È importante fornire assistenza agli utenti. Sulla piattaforma devono essere facilmente reperibili un numero telefonico, un contatto Skype, un indirizzo email e possibilmente anche un servizio di chat;
– L’utente deve sentirsi speciale, in modo che si crei un rapporto di fiducia e stima con il venditore. Una buona idea è proporre sconti sui prodotti in occasioni speciali (il compleanno del cliente ma anche l’anniversario di registrazione alla piattaforma o del suo primo acquisto online);
– Infine bisogna curare il brand e il design della piattaforma, affinché siano riconoscibili e comunichino efficacemente i propri valori. Individuare un logo accattivante aiuta molto;
7 Organizzare il catalogo
La predisposizione del catalogo è una tappa fondamentale. I prodotti in vendita devono essere suddivisi in categorie per aiutare il cliente nella scelta. Sul sito di ecommerce vanno inserite le schede prodotto corredate da foto ad alta definizione oltre a didascalie e descrizioni che non lascino dubbioso il cliente.
È bene che ad ogni articolo sia associato anche un codice identificativo, per scongiurare problemi al momento della spedizione.
8 Pianificare il marketing e la SEO
Per vendere un prodotto online ci vuole un’ottima strategia di marketing. Un business plan che non contempli una SEO efficace si rivelerà fallimentare. Sono numerosi gli strumenti a disposizione del venditore o della professionalità che curerà questa attività così determinante. Tra le tante ricordiamo le principali:
– Pay Per Click;
– Google AdWords;
– Facebook ads;
– Bing ads;
– Twitter ads;
– LinkedIn ads;
Sono le strategie più diffuse ed efficaci perché il venditore paga soltanto se ottiene effettivamente dei risultati dalla campagna di social marketing.
I social network come Facebook, LinkedIn e Twitter, Instagram sono ormai parte delle campagne di marketing delle aziende e di quelle online in particolare. Il profilo social di un’azienda è sicuramente più friendly della piattaforma di ecommerce, e serve a mostrare l’affidabilità del venditore. Come? Aggiornando costantemente il profilo, rispondendo pubblicamente a domande anche scomode, a eventuali lamentele per un servizio non riuscito perfettamente.
La trasparenza dei social networks è una strategia di marketing vincente e garantisce la fidelizzazione del cliente.
Anche la SEO fa parte di una strategia di marketing necessaria alle piattaforme di vendita online: l’obiettivo è posizionare il sito tra le prime pagine di Google. Essere tra i primi dieci risultati di una ricerca significa vendere più prodotti. È molto complicato ma una SEO efficace e una piattaforma funzionale sono una combinazione determinante e spesso vincente.
9 I metodi di pagamento
Un negozio online deve mettere a disposizione della sua clientela diverse modalità di pagamento. Tra le principali ricordiamo:
– Bonifico bancario;
– Contrassegno;
– PayPal. Accetta pagamenti attraverso carte prepagate dei principali circuiti (VISA, VISA Electron, Postepay, American Express, Mastercard);
– PayPal Pro. Strategico in aziende dove più persone accedono al sistema; inoltre offre tariffe più vantaggiose se il volume di spesa mensile supera i 5000 euro;
– Braintree. Gestisce numerose carte di credito tra le quali anche Amex;
– Stripe. Grazie all’interfaccia integrata nella piattaforma permette di effettuare i pagamenti direttamente sull’ecommerce;
– Skirill. Permette di effettuare la transazione attraverso un link, per esempio per saldare un ordine;
10 La Gestione dell’ordine e la logistica
La scelta di avere un magazzino dove stoccare i prodotti comporta una serie di oneri. Chi non si avvale del dropshipping dovrà affittare o acquistare uno spazio in cui stipare la merce.
All’interno del magazzino non dovranno mai mancare gli articoli necessari a fronteggiare l’eventuale richiesta, ciò comporta un investimento preventivo. È fondamentale sapere con precisione e tempestività quanti prodotti ci sono in giacenza, la frequenza di ingresso uscita.
Per questo un software gestionale ecommerce è ideale per monitorare in tempo reale il magazzino.
Siamo arrivati all’ultimo passaggio, forse il più importante: la logistica.
Il vettore che si occupa della consegna deve essere affidabile, puntuale e preciso. Un ordine gestito male dal corriere corrisponde a un cliente perso.
La scelta del vettore deve essere calibrata sulla caratteristica del prodotto da spedire. Alcune aziende di trasporto sono specializzate nella consegna di colli fino a 3 Kg di peso, altre invece lavorano meglio con i colli fino ai 15 Kg.
Anche la geografia delle consegne è importante. Se si vendono i propri prodotti sui mercati esteri, sarà necessario rivolgersi a vettori che operano su network estesi. Il consiglio è quello di non affidarsi esclusivamente ad un corriere ma di scegliere tra un bouquet di trasportatori, al fine di avere un peso maggiore nella contrattazione delle tariffe.
La capacità di offrire rapidi servizi di consegna e ritiro dei prodotti è, e sarà sempre di più, uno dei principali territori di competizione tra le aziende che operano nell’ecommerce.
Anche i resi vanno gestiti adeguatamente. Quando il cliente restituisce il prodotto perché difettoso o perché si è verificato un errore alla consegna, siamo di fronte alla problematica della “logistica di ritorno”.
Deve essere gestita perfettamente, il cliente si aspetta che le politiche di reso siano scritte sul sito, in modo chiaro, divise in paragrafi con titoli ben visibili. Anche così si fidelizza la clientela.
I resi gratuiti, inoltre, sono la norma nell’ecommerce. Il venditore deve fronteggiare i costi dei resi senza farli ricadere sul cliente; si incaricherà di inviare un corriere per la restituzione dell’ordine “fallato”.
Secondo alcune indagini relative all’ecommerce i resi gratuiti incrementano le vendite dei prodotti online, perché accrescono la fiducia nell’ecommerce e rendono tollerabile il rischio di un acquisto a scatola chiusa.
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